Sarajevo: cosa vedere nella capitale della Bosnia ed Erzegovina?
Sarajevo è una di quelle città che ti sorprendono quando meno te lo aspetti. Non ha l’allure patinata delle capitali più famose, ma ha un’anima che si sente forte ad ogni passo: la storia, le ferite, la convivenza tra culture, la rinascita.
In questo articolo ti porto alla scoperta dei luoghi che mi hanno colpita di più: dalla città vecchia di Baščaršija alle moschee e cattedrali che convivono fianco a fianco, dai musei che raccontano la guerra ai punti panoramici da cui ammirare tutta Sarajevo.
Se stai pianificando un viaggio, o semplicemente vuoi scoprire una destinazione autentica e carica di significato, qui trovi tutto quello che c’è da vedere, e anche qualche consiglio spassionato basato sulla mia esperienza.
Bascarsija: il cuore ottomano di Sarajevo
Comincio da dove tutto ha avuto inizio per me: Baščaršija, la città vecchia. Un labirinto di vicoli stretti, ciottoli, botteghe che sembrano ferme nel tempo, profumo di caffè e voci che si mescolano tra i banchi dei mercatini. È qui che Sarajevo ti conquista.
Ho passato ore a passeggiare senza una meta precisa, fermandomi a osservare gli artigiani che lavorano il rame, entrando nei negozi pieni di tappeti, spezie, oggetti curiosi… e sì, anche a mangiare. Se passi da lì, devi assolutamente provare i cevapi, magari accompagnati da una birra locale.
La fontana Sebilj: il simbolo della città
In mezzo alla piazzetta principale di Baščaršija, spunta questa fontana in legno in stile ottomano. È praticamente il simbolo di Sarajevo. Fu costruita nel 1753, ma quella che vediamo oggi è una ricostruzione del 1891, firmata dall’architetto austriaco Alexander Wittek.
Dicono che chi beve la sua acqua tornerà un giorno… io no, non l’ho fatto, ma la tentazione c’era.
Sedersi lì in uno dei tanti ristoranti e locali che circondano la fontana Sebilj, tra i piccioni che affollano la piazza (tanto da farle guadagnare il soprannome di “piazza dei Piccioni”), i suoni della città e l’atmosfera unica del luogo, è già un’esperienza.
Ferhadija: da Est a Ovest in pochi passi
Una delle cose che mi ha colpita di più è come Sarajevo cambi volto nel giro di pochi metri. Basta allontanarsi un attimo da Baščaršija per imboccare Ferhadija, la via principale pedonale, e tutto si trasforma: dall’atmosfera orientale si passa in un attimo a quella austro-ungarica.
Palazzi eleganti, negozi moderni, caffetterie alla moda… eppure tutto convive in modo armonico. È come se Sarajevo fosse un ponte tra due mondi.
Ponte Latino: storia che ha cambiato il mondo
Passeggiando lungo il fiume Miljacka, si arriva al Ponte Latino (Latinska ćuprija), uno dei ponti più antichi di Sarajevo, costruito in pietra nel XVI secolo durante l’Impero Ottomano. Oggi ha l’aspetto tranquillo di un normale ponte pedonale, ma è stato il teatro di uno degli eventi più significativi del XX secolo.
Il 28 giugno 1914, proprio accanto a questo ponte, Gavrilo Princip — un giovane nazionalista serbo-bosniaco affiliato al gruppo rivoluzionario Giovane Bosnia — sparò all’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e a sua moglie Sofia, uccidendoli. L’attentato fu la miccia che innescò una catena di alleanze militari e dichiarazioni di guerra, portando allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Oggi, una targa in marmo segna il punto esatto dell’attentato, e poco distante si trova il Museo di Sarajevo 1878–1918, dedicato al periodo austro-ungarico della città e all’attentato stesso. Fermarsi qui permette non solo di riflettere sull’impatto globale di quel momento, ma anche di osservare come Sarajevo sia stata spesso un crocevia di imperi, ideologie e conflitti.
Le rose di Sarajevo
Le “rose di Sarajevo” (in bosniaco Sarajevske ruže) sono segni lasciati dalle esplosioni delle granate durante l’assedio di Sarajevo (1992–1996), poi riempiti con resina rossa per commemorare le vittime civili. Si chiamano “rose” perché i frammenti sull’asfalto formano disegni che ricordano petali, resi ancora più simbolici dal colore rosso sangue.
Dove trovarle?
Le rose di Sarajevo non sono segnalate ufficialmente ovunque, ma alcune si trovano in luoghi simbolici e centrali. Ecco alcune delle più conosciute:
🔴 Vicino alla Cattedrale del Sacro Cuore (Katedrala Srca Isusova)
Una delle più facili da individuare, proprio davanti all’ingresso della cattedrale, sulla via Ferhadija.
🔴 In zona Markale (mercato coperto)
Luogo di due tristissimi massacri durante la guerra. C’è una rosa in memoria delle vittime vicino al mercato.
🔴 Via Marsala Tita
Una delle principali arterie del centro. In alcuni punti lungo la via ci sono ancora rose visibili.
🔴 Presso il Museo del Tunnel della Speranza
All’esterno del museo si trova una rosa simbolica, anche se non in posizione originale di bombardamento.
🔴 Parco Veliki (Veliki Park)
Nei pressi del monumento ai bambini uccisi a Sarajevo — un’altra zona molto toccante.
Come riconoscerle?
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Sembrano screpolature nell’asfalto riempite di resina rossa.
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Spesso sono consumate dal tempo ma ancora visibili.
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Alcune sono segnate da piccole targhe commemorative, ma la maggior parte passa inosservata a chi non le cerca.
Moschee, chiese e sinagoghe: Sarajevo è tutta insieme
Una delle cose più belle è vedere quanto le religioni siano radicate e vicine tra loro. In un raggio di poche centinaia di metri puoi visitare:
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La Moschea dell’Imperatore – silenziosa, elegante, immersa nel verde.
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La Cattedrale del Sacro Cuore – il principale luogo cattolico della città, con una bellissima facciata neogotica.
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La Cattedrale ortodossa della Natività di Gesù – maestosa, con interni dorati che ti lasciano a bocca aperta.
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La Sinagoga (oggi Museo Ebraico) – piccola ma intensa, con mostre che raccontano la storia della comunità ebraica bosniaca.
Vederle tutte così vicine, in una città che ha vissuto il dramma della guerra, ha un peso emotivo fortissimo.
La Fortezza Gialla: vista spettacolare al tramonto
Uno dei momenti che ho apprezzato di più durante la visita a Sarajevo è stata la salita alla Fortezza Gialla (Žuta Tabija), una fortificazione ottomana situata su una delle colline che circondano la città vecchia, nel quartiere di Vratnik. Si raggiunge facilmente con una camminata di circa 15-20 minuti dal centro, salendo lungo strade acciottolate e passaggi tra le case.
Arrivare poco prima del tramonto è l’ideale: dalla terrazza si ha una vista panoramica su tutta Sarajevo, con il fiume Miljacka che la attraversa e i minareti che punteggiano il paesaggio. Mi sono seduta su un muretto con qualcosa da bere, in silenzio, a guardare il sole scendere dietro le montagne. Un’esperienza semplice ma intensa, perfetta per cogliere l’anima della città.
Avaz Twist Tower: la Sarajevo moderna dall’alto
La Avaz Twist Tower è il simbolo della Sarajevo contemporanea e uno dei grattacieli più iconici dei Balcani. Con i suoi 176 metri di altezza (142 fino al tetto, 176 con l’antenna), è l’edificio più alto della Bosnia ed Erzegovina e offre una vista mozzafiato a 360° su tutta la città, dalle montagne circostanti fino al centro storico.
Situata nel quartiere Marijin Dvor, a circa 15–20 minuti a piedi dal cuore della città vecchia, la torre è sede del quotidiano Dnevni Avaz, ma i visitatori possono accedere liberamente alla parte superiore.
🚡 Come salire: ascensore e terrazza panoramica
Per arrivare in cima:
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Prendi l’ascensore panoramico (molto veloce e completamente vetrato, quindi già parte dell’esperienza).
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Si arriva al 35° piano, dove si trova la terrazza panoramica aperta al pubblico.
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La terrazza è protetta da vetrate, ma completamente all’aperto nella parte superiore: ideale per foto, video e ammirare Sarajevo dall’alto in tutta tranquillità.
☕ Bar panoramico (Bar 35)
Proprio al 35° piano, accanto alla terrazza, si trova anche un bar panoramico elegante e moderno, perfetto per prendersi un caffè o un drink con vista. I prezzi sono assolutamente accessibili, considerando la location: ad esempio, un espresso costa circa 2-3 KM (1-1,50€), e puoi goderti la vista al caldo anche nei mesi invernali.
È anche un ottimo punto per rilassarsi se preferisci evitare il vento o il freddo della terrazza.
💸 Costo ingresso
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L’ingresso alla terrazza panoramica costa 1 KM (circa 0,50€!) — un prezzo simbolico, più che altro per coprire le spese di manutenzione.
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Il biglietto si paga direttamente all’ingresso del piano panoramico (non alla reception dell’edificio principale).
📅 Orari
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Aperta tutti i giorni, indicativamente dalle 7:00 alle 23:00, ma può variare leggermente in base alla stagione. È sempre meglio passare in mattinata o nel tardo pomeriggio per evitare il sole a picco o la nebbia che talvolta copre la vista.
📷 Consiglio
Per gli amanti della fotografia: l’orario migliore per salire è poco prima del tramonto. Vedrai la città cambiare colore mentre le luci iniziano ad accendersi – un contrasto bellissimo tra la Sarajevo moderna e quella storica, perfettamente visibile dall’alto.
La funivia? Ti dico la verità…
La Sarajevska žičara, la funivia che porta sul Monte Trebević, non l’ho provata personalmente — ma diversi local me l’hanno sconsigliata. Il biglietto per i turisti costa 15 euro, contro i 2 euro per i residenti, e in molti mi hanno detto che la vista non è poi così imperdibile, soprattutto se la paragoni a quella che si gode dalla Yellow Fortress… che è gratuita.
Se hai poco tempo (o vuoi spendere meglio quei 15 euro), il mio consiglio è di puntare su un’esperienza più autentica: sali a piedi alla fortezza e goditi Sarajevo dall’alto con il tramonto davanti agli occhi. Ne vale davvero la pena.
Musei da non perdere
Sarajevo ha una storia recente pesante, e alcuni musei aiutano davvero a capirla meglio. Questi sono quelli che mi hanno colpita di più:
War Childhood Museum
Questo museo è dedicato ai bambini che hanno vissuto la guerra in Bosnia durante gli anni ’90, con un focus particolare sulla guerra di Bosnia (1992-1995). Il museo espone oggetti appartenenti ai bambini di quel periodo, che raccontano storie intime e commoventi. Gli oggetti sono accompagnati da testimonianze personali che rendono il racconto ancora più emozionante. Il museo non solo documenta la sofferenza, ma anche la resilienza dei giovani durante il conflitto. Gli oggetti, tra cui giocattoli, lettere, e abiti, sono oggetti quotidiani che, attraverso gli occhi dei bambini, raccontano l’impatto devastante della guerra. È un luogo potente, che esplora il trauma e la speranza in un modo molto personale.
Tunnel della Speranza
Il Tunnel della Speranza è una delle testimonianze più tangibili e forti della resistenza di Sarajevo durante l’assedio del 1992-1996. Questo tunnel sotterraneo fu costruito sotto l’aeroporto di Sarajevo per permettere alla città, sotto assedio, di ricevere rifornimenti essenziali come cibo, medicinali e munizioni. Il tunnel, lungo circa 800 metri, collegava Sarajevo con il mondo esterno, offrendo una via di fuga per le persone e consentendo il passaggio di aiuti e comunicazioni. Il museo annesso offre una visione di prima mano di come la città abbia resistito, nonostante il blocco totale. Durante la visita, è possibile percorrere una sezione del tunnel e vedere reperti storici, fotografie e video che raccontano la difficile realtà di chi viveva sotto assedio.
Museo di Sarajevo 1878–1918
Questo museo si trova vicino al famoso Ponte Latino, un luogo simbolico legato all’attentato che ha causato lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il museo esplora il periodo austro-ungarico, dal 1878 al 1918, quando Sarajevo fu sotto il dominio dell’Impero Austro-Ungarico. Questo periodo fu caratterizzato da un intenso sviluppo economico, urbanistico e culturale, ma anche da tensioni etniche e politiche che alla fine portarono all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando nel 1914. Il museo offre una visione interessante di come Sarajevo fosse in quel periodo una città cosmopolita, con una mescolanza di culture e religioni, ma anche una città segnata da conflitti interni. L’esposizione si concentra sulla storia dell’occupazione austro-ungarica e sugli eventi che hanno preceduto l’inizio della guerra mondiale.
La Fiamma Eterna: il ricordo sempre acceso
La Vječna vatra è uno dei monumenti più emblematici di Sarajevo. Inaugurata il 6 aprile 1946, nel primo anniversario della liberazione della città dall’occupazione nazifascista, la fiamma rappresenta l’omaggio della città alle vittime civili e militari della Seconda Guerra Mondiale.
Si trova in una posizione centrale, all’incrocio tra Ferhadija e Maršala Tita, proprio accanto all’edificio che ospitava l’ex sede del governo bosniaco. È praticamente impossibile non passarci davanti durante una passeggiata in centro.
Il monumento è composto da una base in pietra su cui arde una fiamma perenne alimentata a gas, circondata da una semplice ma solenne iscrizione in serbo-croato (in alfabeto latino). L’iscrizione rende omaggio a chi ha sacrificato la vita per la libertà, sottolineando l’unità del popolo jugoslavo nella lotta contro il fascismo.
Qualche consiglio finale
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Cammina tanto: Sarajevo è una città da vivere a piedi. Ogni angolo racconta qualcosa, ogni dettaglio ha un’anima.
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Parla con la gente: i bosniaci sono incredibilmente ospitali. Ti racconteranno storie che nessuna guida potrà darti.
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Prova tutto il cibo locale: non solo i cevapi, ma anche burek, dolci orientali, e il tradizionale caffè bosniaco servito con la lokum (simile alla Turkish delight).
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Non avere fretta: Sarajevo va assaporata con lentezza, come il suo caffè.
Conclusione
Difficile spiegare fino in fondo cosa rende Sarajevo così speciale. Non è solo una questione di monumenti, panorami o cucina. È l’atmosfera, la gente, le contraddizioni che si mescolano perfettamente.
È una città che ti accoglie e ti lascia andare con un pezzetto in più nel cuore.
E se stai pensando di andarci… beh, non pensarci troppo: vai. Ma prima di partire, è sempre utile sapere come viaggiare in sicurezza. Scopri perché un’assicurazione sanitaria in Bosnia può fare la differenza durante il tuo viaggio.